silviamaffonidietologa©
Sono tante le motivazioni per cui non prescrivo "diete", intese come piani alimentari da seguire pedissequamente, men che meno con l'obiettivo di dimagrire: in questa sezione puoi trovare alcuni approfondimenti, ma riassumendo possiamo dire:- le diete sono dannose per l'equilibrio alimentare e fattori di rischio per i disturbi alimentari;
- le diete non risolvono problemi, rallentano il metabolismo e compromettono la naturale auto-regolazione di fame e sazietà;
- il controllo del peso tramite la dieta "non funziona": se così fosse basterebbe seguire un'unica dieta nella vita.
Spesso chi ha seguito tante diete fatica a riconoscere la fame e la sazietà, il piacere del cibo e soprattutto a darsi la possibilità di mangiare determinati alimenti se non con grande senso di colpa. Il pensiero del cibo può diventare costante, accompagnato da altrettante privazioni che non permettono di sentirsi in serenità quando si affronta un pasto. Quanta energia e tempo spesi a pensare a cosa si può mangiare e cosa no! Come sarebbe bello invece ritrovare il piacere, la consapevolezza e la possibilità di scegliere secondo il proprio benessere?
Quante volte ci si è sentit* dire che il peso andrebbe cambiato, che è sbagliato, che è troppo alto/basso anche da professionist* della salute? Ma siamo cert* che sia un buon indicatore? In realtà l'unica certezza è che no, non lo è. Il peso è un numero che non racconta nulla di come è costituito il corpo, come sono distribuiti i tessuti, come stanno gli apparati e via discorrendo. Può cambiare da un giorno all'altro in base allo stato ormonale, all'idratazione, alla situazione dell'apparato digerente...quindi no, non è un buon indicatore di salute.
Un buon indicatore è invece la variazione di peso nel tempo. Aver fatto tante diete, perso peso e ripreso peso svariate volte (weight cycling) comporta un aumento del rischio di malattia, perchè il corpo è sottoposto a tanti stress che percepisce come il susseguirsi di carestie che portano a meccanismi adattativi non sempre positivi.
Gli stessi meccanismi sono quelli che fanno recuperare il peso perso nei periodi successivi, perchè si "inceppa" il meccanismo di autoregolazione, e perchè quando si perde peso si perde anche massa magra, e per recuperarla prima il corpo deve essere sicuro di aver accumulato sufficiente energia come massa grassa: è la sopravvivenza!
Cambiare l'alimentazione con l'obiettivo di perdere peso invece che con l'obiettivo di acquisire salute è fortemente sbagliato, e aumenta il rischio di sviluppare comportamenti alimentari disfunzionali o veri e propri disturbi.
La dieta non è la soluzione!
Spesso si vive il rapporto con il cibo ed il corpo in modo stressante, a volte addirittura il pensiero di mangiare diventa dominante sulla vita, sia che si tenda a digiunare, sia che si abbia la sensazione di non riuscire a smettere di mangiare.
Perchè?
La società moderna è permeata dalla "cultura della dieta", un sistema che valorizza la magrezza come simbolo di bellezza, salute, successo e virtù.
Sostiene la necessità di raggiungere e mantenere un “peso ideale” attraverso slogan, immagini e prodotti commerciali che promettono così la realizzazione personale, la felicità.
Queste credenze sono così radicate che ogni cosa che si discosta dal modello diventa sbagliata:
corpi sbagliati, pesi sbagliati, cibi sbagliati, comportamenti sbagliati.
Non assomigliare al prototipo pubblicitario magro e atletico è sbagliato mentre ogni tentativo fatto per perseguire questo modello viene considerato una virtù.
Ma questo modello è per la maggioranza irraggiungibile, e non per colpa: la "norma" non è quella che ci viene inculcata dalla cultura della dieta, la norma è essere eterogenei, diversi.
Avete mai pensato che se la "dieta" funzionasse se ne farebbe una sola nella vita?
E invece ci si ritrova con svariati tentativi falliti alle spalle, la frustrazione di non voler mangiare cibi elaborati e non riuscirci, di voler fare attività fisica tutti i giorni e non riuscirci. E sempre più spesso disordini alimentari, con la perdita della capacità di ascoltare i propri bisogni e desideri alimentari.
La fame e la sazietà non sappiamo più cosa sono, nascoste da regole imposte dall'esterno (niente carboidrati, mangia la verdura prima del pasto, bevi un bicchiere d'acqua prima di mangiare...).
Trovare di nuovo l'equilibrio è possibile.
silviamaffonidietologa©